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Forme: Il tempo dei gioielli

Mattia Valerio – Mario Carotenuto
Forme: Il tempo dei gioielli

 

Progetto fotografico commissionato dall’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa che ha inaugurato la mostra il 24 Giugno per poi presentarla al pubblico dal 4 al 25 luglio 2014. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con il collega ed amico Mario Carotenuto ed i “laureati eccellenti” designer di gioielli: Rosita Caiazzo, Rosalba Balsamo, Livio Pontieri e Leopoldo Repola, i soci dell’Associazione laureati in Lettere Alsolet e Locus Iste.
Fotografie di gioielli che richiamano luoghi, oggetti preziosi che ricalcano il patrimonio architettonico dell’antica cittadella monastica in procinto di divenire “patrimonio dell’umanità” certificato dall’unesco come paesaggio e patrimonio culturale.

L’idea di accostare il gioiello ed il particolare, presente all’interno della cittadella universitaria, è scaturita inizialmente dalla necessità di fotografare il primo per la mostra commissionata.
Dopo un attento tour guidato all’interno dell’enorme struttura universitaria, mi è stato chiaro come sviluppare il progetto, accostando ai monili le fotografie scattate dentro la cittadella, andando a comporre così una serie di dittici che permettono una visione sinottica del gioiello e del particolare architettonico ritratto all’interno del complesso Universitario, aumentando la potenzialità visiva dell’oggetto.
Le diverse forme dei gioielli, i diversi stili ed i diversi materiali usati hanno garantito la possibilità di sperimentare. Gli accostamenti dovevano essere tutti di tipo puramente visivo, trascendendo il loro significato, qualche volta poteva essere un particolare del monile ed uno scorcio dei tetti dell’università a sembrare contigui, qualche altra volta  poteva essere la luce – usata negli ambienti della cittadella e quella generata dai flash in studio per fotografare il gioiello – ad intersecarsi creando forme e volumi simili, come nel caso del bracciale forato dell’artista Livio Pontieri e la fotografia della cava di tufo (presente all’interno della cinta muraria dell’università) che quasi ingannano la vista tanto sono simili.

Insieme al collega Mario Carotenuto, abbiamo scelto di fare un lavoro puramente fotografico con largo uso di basculaggi, decentramenti di ottica e della tecnica denominata “focus stacking”, per portare lo spettatore a vedere il punto di nodale interesse dell’opera ma soprattutto per restare legato alle metodologie di “focheggio” totalmente manuale, generalmente utilizzate con un banco ottico, così da sentire lo strumento fotografico quasi malleabile ed adattabile all’idea iniziale.
Molti dei gioielli sono stati fotografati da vicino per trasformarli in forme astratte che meglio si adattano ad essere accompagnati a quelle geometrie che caratterizzano il complesso della cittadella.
La scelta del Bianco e Nero è nata per garantire al lavoro un linguaggio universale privandolo di quelle attenzioni che inevitabilmente il colore richiama e per esaltare le ombre, per spezzare angoli di cielo, per seguire quelle forme geometriche che l’osservatore ritrova nei monili esposti sulle mensole ,al di sotto delle fotografie stesse in mostra.

Il progetto presentato alla mostra si compone di circa 40 fotografie ed è attualmente in divenire; l’interesse per l’argomento visivo proposto e la sua realizzazione tecnica sono per me una scoperta continua, altri elementi e dittici sono stati composti da quel momento, l’esercizio di stile che mi costringo ad eseguire in questi frangenti è forse la cosa più interessante di tutto il percorso.

La fase realizzativa, che si compone sempre dei medesimi passaggi (osservare il monile, incontrare il luogo, eseguire scatti di prova sulla parte architettonica, tornare in studio per realizzare lo still-life del gioiello e poi infine eseguire la fotografia che accompagna il dittico in location) è un punto d’arrivo più che il “mezzo” di tutta l’opera. E’ il metodo, il suo ripetersi, il ciclo, più che il compimento stesso ad avere un valore.

Nel 2016 l’Università Suor Orsola Benincasa ha fatto della mostra una pubblicazione sotto forma di libro con cod. ISBN 978-88-96055-71-7

 

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Mattia

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